L’Istituto italiano di uniformologia, iconografia e pubblicistica storico-militare “Quinto Cenni” di Roma ha conferito il premio 2020 per la pubblicistica storico-militare alla nostra Associazione per la rivista “CAMICIA ROSSA”.
L’iniziativa è unica nel suo genere in Italia e intende conferire premi ad Istituzioni civili e militari, ad Enti e aziende ma anche ad Associazioni e a personalità della vita civile e militare che si sono distinti e resi benemeriti di tale premio.
La consegna del premio (medaglia commemorativa di alto valore morale e artistico) doveva avvenire a Roma il 30 ottobre presso la Biblioteca Militare Centrale di Palazzo Esercito ma è stata rinviata a causa della perdurante emergenza sanitaria.
Siamo orgogliosi del riconoscimento ricevuto e ringraziamo il presidente dell’IUISM dott. Paolo Pierantozzi per la cura di questo ambito Premio giunto alla quinta edizione.
Il conferimento del Premio per la pubblicistica storico-militare ci fornisce lo spunto per ricordare il ruolo e la presenza della rivista nella vita dell’ANVRG e nelle sue attività editoriali per la diffusione della storia patria e della cultura della tradizione garibaldina che “è vanto del nostro Paese e fonte inesauribile di forze ideali e morali al servizio dell’umanità” (art. 2 Statuto).
Quarant’anni di ininterrotta edizione di Camicia Rossa e trenta della direzione attuale ci consentono di fare un bilancio di questa esperienza giornalistica che affonda le radici nel passato anche lontano. Nasce nell’immediato dopoguerra come espressione della federazione toscana della rinata Associazione dei reduci garibaldini ma con la medesima denominazione della Rassegna uscita negli anni del regime e di quella precedentemente apparsa tra fine Ottocento e primi del Novecento. Il richiamo ad una “camicia rossa quasi nera” non fu gradito alla nuova componente maggioritaria dell’associazione, ovvero ai reduci della Divisione “Garibaldi” appena rientrati in Patria dal Montenegro, i quali avevano fatto dell’antifascismo la loro bandiera. La rivista cambiò subito denominazione nella più rassicurante “La Voce garibaldina” che mantenne per diversi anni in armonia con la vocazione repubblicana dei dirigenti dell’associazione. Tornò Camicia Rossa a partire dagli anni Sessanta e Settanta con pubblicazioni spesso interrotte, finché prima il genovese Stefano Gestro, poi l’aretino Franco Vezzosi e quindi l’attuale scrivente direttore, assicurarono alla testata quella continuità che l’ha contraddistinta dal 1981 in poi.
Una caratteristica sempre presente sin dal secondo dopoguerra è quella di andare oltre il notiziario associativo, pur sempre presente, per documentare e divulgare la tradizione garibaldina (termine di gran lunga preferito al “garibaldinismo”) dal primo al secondo Risorgimento, dalle lotte per l’unità e l’indipendenza a quelle per la libertà dal nazifascismo, avendo sempre come faro i valori incarnati nella memoria garibaldina e mazziniana, democratica e libertaria, e nella simbolica camicia rossa che richiama al sacrificio volontario, all’altruismo, alla fratellanza tra gli uomini e i popoli.
Finché erano in vita i reduci della Divisione “Garibaldi” abbiamo pubblicato i racconti, ricordi, memorie di guerra di una categoria di partigianato un po’ troppo bistrattata dalla storiografia, quella della Resistenza dei militari italiani all’estero, che ha concorso ad avvicinare i popoli dell’Europa in vista di un’unione che stenta a realizzarsi compiutamente. Oggi si punta a raccontare non tanto Garibaldi, studiato e ristudiato, quanto i suoi volontari, i suoi discendenti, quanti ne seguirono l’esempio; si scoprono fatti e personaggi rimasti nell’oblio e si cerca di trarre dalla storia e dalla memoria utili insegnamenti per l’oggi e per il domani. La rete di collaboratori è ampia e qualificata, i loro contributi mai banali.
La rivista è anche destinataria di libri – la sua biblioteca ne conta oltre mille – che autori e editori ci chiedono di segnalare o commentare e la stessa Camicia Rossa è sempre maggiormente citata e segnalata in libri e riviste. Né vanno dimenticati i Quaderni che ormai costituiscono una collana.
Per chi voglia saperne di più, una breve storia della rivista è pubblicata sotto il titolo “L’Italia in “Camicia Rossa”” nel volume ANVRG. Storie narrate e documentate. Le sedi, i cimeli, gli archivi a cura di Annita Garibaldi e Matteo Stefanori (Sorba, 2019).
Sergio Goretti